DOC Alto Adige: 50 anni di vino, territorio e visione enoturistica per il futuro

Al Vinitaly 2025, l’Alto Adige celebra mezzo secolo di eccellenza tra zonazione, paesaggi e Wine&Bike

Il vino altoatesino compie 50 anni dalla nascita della DOC Alto Adige, e sceglie il palcoscenico del Vinitaly per raccontare un viaggio che è molto più di una storia enologica: è la narrazione viva di un territorio alpino che si è fatto eccellenza internazionale, capace oggi di offrire esperienze immersive dove natura, cultura e vino si fondono. “La DOC Alto Adige è una storia di coraggio e territorio“, ha spiegato Andreas Kofler, presidente del Consorzio Vini Alto Adige, ricordando il decreto del 14 aprile 1975 come punto di svolta per un’enologia che ha saputo cambiare pelle, puntando su qualità, sostenibilità e unicità paesaggistica.

Uno dei momenti più significativi della celebrazione è stato dedicato alla recente zonazione ufficiale che, dal 2024, riconosce 86 unità geografiche aggiuntive (UGA). “Abbiamo scelto di raccontare il nostro territorio bottiglia per bottiglia”, ha dichiarato il vicepresidente Martin Foradori, sottolineando come ogni zona, grazie a suoli, altitudini e microclimi differenti, esprima una personalità unica. Un pittogramma in etichetta guida ora il consumatore alla scoperta del vino e della sua origine territoriale, permettendo un viaggio sensoriale attraverso le valli e le colline altoatesine. Una mappa da assaporare.

Wine&Bike: l’enoturismo si mette in sella

Il legame tra vino e paesaggio si rafforza con la nuova sfida enoturistica: la Wine&Bike Alto Adige Collection, un progetto lanciato da Agrar IDM Südtirol in sinergia con il Consorzio. Otto tour ciclistici tematici, oltre 100 cantine coinvolte, percorsi digitali consultabili tramite app e, naturalmente, degustazioni e incontri autentici con i produttori. “Pedalare tra i vigneti significa entrare nel cuore dell’Alto Adige. È qui che si comprende davvero cosa rende speciali i nostri vini”, ha affermato Thomas Fill, presentando l’iniziativa che unisce slow tourism, sostenibilità e scoperta culturale. I percorsi spaziano dal Pinot Bianco dell’Oltradige alle colline di Santa Maddalena, dalla conca di Merano alla Val Venosta, offrendo paesaggi spettacolari, architetture storiche e moderne cantine aperte all’accoglienza.

Il vino come esperienza

Non si parla più soltanto di bottiglie, ma di esperienze legate all’identità del territorio. Ne è testimone anche il manuale appena pubblicato dal Consorzio, “Vino in Alto Adige”, che raccoglie contributi di 40 autori per raccontare 2.500 anni di cultura enologica radicata nella montagna e nell’ingegno umano. “Il nostro vino racconta una terra che ha saputo innovare senza tradire le proprie radici”, ha dichiarato il direttore Eduard Bernhart, rimarcando l’importanza del fare rete tra produttori, istituzioni e turismo per una crescita condivisa.

Testimonial d’eccezione come Madeleine Puckette (Wine Folly) e Aldo Sohm (Le Bernardin, NYC) hanno provato in prima persona la Wine&Bike Collection, dando vita anche a un cortometraggio in collaborazione con Officina Pegoretti, che ha fornito le biciclette artigianali. “Come i nostri telai, anche i vini dell’Alto Adige nascono da un territorio che forgia carattere e unicità”, ha raccontato Cristina Wuerdig Pegoretti, CEO di Officina Dario Pegoretti.

La conclusione di Kofler riassume perfettamente la visione: “Questo cinquantesimo non è un traguardo, ma una partenza. Continueremo a investire nel territorio, nella qualità e in un’enoturismo che faccia vivere l’Alto Adige con tutti i sensi”.

Nel cuore delle Alpi, tra castelli, valli e vette, l’enoturismo altoatesino diventa il nuovo modo di esplorare l’identità di un luogo. Un invito a salire in sella, alzare il calice e lasciarsi guidare dai profumi del territorio.

Dal vigneto al visitatore: l’Alto Adige scrive il futuro del turismo del vino

About Author /

Start typing and press Enter to search